Il Distretto del casalingo di casa nostra

In Piemonte lo storico polo conta su 160 imprese e 1.300 addetti

Il Sole 24 Ore - dopo aver stilato nelle scorse settimane la classifica sulla qualità della vita per le città italiane- è giunto nel Verbano Cusio Ossola e nel Novarese per riportare alla luce delle pagine nazionali un distretto che ha reso celebri nel mondo marchi e prodotti del casalingo. Riportiamo integralmente l’articolo apparso giovedi 17 c.m. a firma di Augusto Grandi.


Cambia la domanda di casalinghi e le aziende puntano su design e praticità

Il Sole 24 Ore (A. Grandi) - Tra programmi televisivi dedicati al cibo e la crescita dei consumi alimentari fuori casa (valgono ormai il 35% dei consumi alimentari delle famiglie), anche il comparto dei casalinghi (posateria, accessori) ha dovuto attrezzarsi per rispondere aduna domanda che è molto cambiata.
«Sino a pochi decenni orsono - spiegano all'Unione industriale del Verbano Cusio Ossola - esisteva un solo polo mondiale del casalingo, concentrato nell'alto Piemonte».
La globalizzazione ha cambiato tutto, dal polo, piemontese sono emigrati marchi come Girmi e Bialetti, altre aziende come Lagostina sono state acquisite da gruppi stranieri (che però investono moltissimo sul territorio subalpino). Altri, come Alessi, hanno trasformato il Casalingo in un oggetto di design in grado di affascinare il mondo intero. Ed altri si sono specializzati nei prodotti destinati a ristoranti, alberghi, bar.
Complessivamente il polo conta 160 imprese con circa 1.300 addetti ed un export che rappresenta il 9,3% delle esportazioni provinciali. Le imprese impegnate nella fabbricazione del pentolame sono 37, con oltre 400 addetti. Dal 2006 viene utilizzato anche il brand Lago Maggiore Casalinghi, promosso dalla Camera di commercio e da un gruppo di aziende e dalle associazioni di categoria per garantire al cliente la qualità e la cura della produzione.

 Ma il Piemonte può anche contare su un'altra grande realtà in provincia di Novara, ad Orfengo, ai confini con il Vercellese. È la Sambonet Paderno Industrie, con 260 addetti ed un giro d'affari di circa 90 milioni, di euro. La storia della Sambonet inizia sul finire del'700 a Vercelli; quando Giuseppe Sambonet, orafo e argentiere, ebbe l'incarico di restaurare oggetti sacri custoditi nel Duomo. E il figlio, nel 1856, fonda la ditta Giuseppe Sambonet. Nel 1932 viene creato il primo impianto su scala industriale in Italia per la produzione di argenteria massiccia affiancata ad una di argenteria galvanica e nel '38 la Sambonet inizia, prima in Europa, la produzione di posateria in acciaio inossidabile e la messa a punto dell'argentatura dell'acciaio. Nel '56 inizia l'attività di export e Sambonet entra nell'hotellerie internazionale. Poi, dopo alterne vicende, l'azienda passa sotto il controllo dei fratelli Franco e Pierluigi Coppo che rilevano anche la Paderno (pentolame professionale e articoli da cucina per comunità). I fratelli Coppo, che hanno creato il gruppo Arcturus (oltre 1.300 addetti ed un giro d'affari intorno ai 160 milioni di euro, con 1'82% di export), acquistano anche la tedesca Rosenthal (porcellane e complementi d'arredo). E con gli altri marchi del gruppo Arcturus, 13 in totale, si viene a creare un leader mondiale negli arredi per tavole di prestigio.
I prodotti Sambonet Paderno sono distribuiti in 95 paesi e, per far fronte alle nuove richieste del mercato, l'azienda novarese amplia la propria offerta di posateria e holloware sperimentando nuove finiture speciali, a partire dal vintage che, introdotte nel 2015 per l'Ho.Re.Ca, si ampliano con lavorazioni satin e antique. E poi strumenti per cucinare in modo sano, set composti da bacchette orientali e cucchiaio occidentale, il design che si sposa alla praticità e l'innovazione che convive con la tradizione.

Ufficio Stampa

20 gennaio 2017

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